Updated on Luglio 24, 2020

Un giorno di riposo,gratitudine e Dio incidenze

Dovendo riposare il mio piede, almeno un giorno, ci siamo fermati a casa di Giovanni. Il giorno precedente dopo le docce e un buon pranzo mi ha accompagnato in pronto soccorso. Ha perso il pomeriggio con me in sala d’aspetto e dopo mi ha accompagnato in farmacia e dal calzolaio aiutandomi moltissimo con la lingua.
Giovanni è un uomo italiano che come tanti, all’arrivo della pensione decide bene di andare in Portogallo mettere su un ostello per i pellegrini e offrire la propria capacità in cucina al comune di Ponte de Lima per preparare il minestrone nel grande ostello al centro della città.
Ostello di 60 posti letto al momento chiuso per covid.


Giovanni conosce bene il cammino e non solo quello di Santiago e in attesa di portarci al mare fa vedere ai ragazzi tantissime cartine e tragitti. Una bellissima lezione di geografia mi riferiscono più tardi i tre figli più grandi.

Lui ci suggerisce di passare la giornata al mare così da far scorazzare i bimbi, allenare il piede con sabbia e acqua fredda e riposarci. Sa che siamo preoccupati sul da farsi. “Caso” vuole che un suo amico la sera prima sia venuto a trovarlo già parecchio alticcio e lui avendolo accompagnato a casa avesse anche la sua macchina, grazie a quella macchina siamo riusciti ad andare alla spiaggia con un bellissimo giro panoramico ci porta a vedere l’oceano.






Conclusa la giornata in spiaggia rientriamo per cenare con Giovanni e Pegna. Prima facciamo di nuovo tappa in farmacia,non sono tranquilla perché il piede mi fa male e temo che la fascia già comprata non sia sufficiente per le due tappe di montagna che ci attendono. Vorrei qualcosa di più rigido e regolabile. Cerchiamo una farmacia ortopedica e mi metto diligentemente in fila con mascherina. Siamo sulla strada io e una signora e da fuori scorgo questo cartello affianco a uno scaffale pieno di ogni tipo di fascia tutore sportivo esistente. La scena mi rassicura perché significa che è molto comune ciò che mi è successo. La tappa di Ponte de Lima ha molti chilometri in discesa e tendini e legamenti ne risentono. Compro la fascia con uno sguardo molto più tranquillo sulla giornata successiva.

La giornata si conclude con due certezze che ci allargano il cuore :
La prima è la bontà di Giovanni e di sua moglie che si sono dimostrati buon samaritani per noi sulla via.
La seconda è la certezza che ogni nostro minimo passo è custodito e anche nelle difficoltà è previsto il meglio per noi. Il mondo pagano le chiama fortune o sfortune, i cattolici la chiamano provvidenza. Cioè che Dio provvede sempre al bene dei suoi figli. Il male del mio piede potrebbe essere considerato una sfortuna ed invece, noi abbiamo toccato con mano che è proprio una grazia e che in mezzo a sta storia si è rivelata la paternità di Dio. Siamo stati accolti, aiutati, voluti bene da chi poteva passare oltre. In più questo ritardo ci ha costretto a cambiare i piani e a incontrare gente che se no non avremmo mai incontrato. Ma questo fa parte della giornata di domani.
Credo che questo cammino metta soprattutto in risalto che nulla è per caso e che nel cammino, come nella vita, tutto è curato e custodito.
